venerdì, gennaio 11, 2013

Era il 1999

Studiavo “Teoria dei sistemi”, uno degli esami più difficili di ingegneria. Il professore era pelato, con gli occhi blu elettrico e ci poneva strani quesiti: “Prendendo una boccata d’aria, qual è la probabilità che inspiriamo una molecola respirata da Albert Einstein?”. Tutti ridemmo ma con i suoi astrusi calcoli ci dimostrò che era quasi uguale ad uno. Risolveva in modo probabilistico qualsiasi tipo di fenomeno evolutivo: dall'istante t0 all'istante t1 succede questo quindi all’istante t2 possiamo aspettarci che accada quest’altro con una certa probabilità o quest'altro ancora con quest'altra probabilità. Lentamente plasmava fenomeni aleatori, di evoluzione genetica e di contagio infettivo. Erano studi difficili ma appassionanti con i quali mi sentivo il padrone del mondo.

All’epoca programmavo microchip per vedere Stream gratis e sulla CNBC scorrevano veloci quotazioni e percentuali per me senza significato. Da mesi la borsa macinava segni positivi e tutti correvano in banca ad investire i propri risparmi in Tiscali. Anch’io volli approfittare dell’occasione. I miei mi finanziarono due milioni a fondo perduto e aprii un conto con Directa. Ricordo ancora il giorno che mi telefonarono per comunicarmi che il conto era operativo: chiusi il mio Startac e mi precipitai a casa a controllare. Nel pomeriggio effettuai la mia prima operazione su un covered warrant Olivetti: appena il prezzo si appoggiò sul supporto a cinque giorni entrai in acquisto sul derivato con tutto il capitale. Dopo venti minuti avevo guadagnato 400 mila lire. In quel preciso momento decisi che il trading sarebbe diventata la mia professione. Non potevo immaginare lavoro più libero: dove voglio, quando voglio, nessun capo e retribuzione proporzionale alle proprie capacità. Possibile che era tutto così semplice? A questa domanda non volli inconsciamente rispondere e, sull’onda dell’entusiasmo, lasciai l'università per dedicarmi agli investimenti. Dopo tutto lo studio era solo un mezzo per trovare lavoro e io ora un lavoro l’avevo: FACEVO il trader!

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